venerdì 7 marzo 2014

UN VISITA NON GRADITA

Alto era il sol quel dì d’un tardo mattino
quando m’apprestai con bramosa voglia
di vederti attiva com’è tuo fare
nello sfaccendar del giorno
addentrato che mi son nel tuo casolare
tutto è chiuso e tutto attorno tace.

Nel buio stento a ordinar la mente
nella stanza di tua dimora io m’affaccio,
vedendoti ancora avvolta e ricomposta
fra le coperte e le bianche lenzuola,
fa meraviglia il tuo veder sì messa
all’ora tarda, senza turbolenza
destando in me dubbio e stupore.
Il sole faccio adagiar sul tuo letto
e col sorriso amorfo e desolato.

Sveglia donna mia, l’ora è già tarda!
Da un po’ s’alzò il sole in cielo!

Chi ti mandò in questa quieta pace
a turbare il riposo e il sonno
quando da colei che amor volesti
ne turbi l’anima e la quiete.
Vivi pur la tua vita come a te s’addice,
lascia viver colei che stanca riposa in pace,
dura fu la giornata da me passata
che vissi con affanno e con fatica.

Perdono io ti chiedo, o dolce fanciulla
per il disturbo dato senza bisogno,
d’istinto sono entrato nel tuo regno
preoccupato del silenzio attorno,
non per mia volontà ti volevo guastare
il tuo riposo e il meritato sonno
d’ora innanzi mai più ripeterò l’azione,
farò com’è più giusto fare
ti chiederò permesso bussando al tuo portone.

Bravo, giusto è il tuo dire,
così fan tutte le persone a garbo
fatti pur la vita tua come a te conviene,
fa che l’altrui persona viva a suo modo
finchè riposi in pace senza sentir dolore.

Così vorrebbe esser la vita fra di noi
per viver bene senza lamento,
ognun dovrebbe far gli affari suoi
se pur fra lor regni amore e sentimento.


Nessun commento:

Posta un commento